Thursday 28 December 2023

Gorgia

 Gorgia

La frattura tra linguaggio e cose

Gorgia sosteneva che il relativismo dei valori generasse molteplici prospettive e, di conseguenza, molteplici discorsi, sostenendo che il linguaggio differisce dall'essere. Questo concetto di "scetticismo metafisico" negava l'esistenza di qualcosa di oggettivo, poiché la parola, potente e conquistatrice, non rappresentava la realtà.
Per Gorgia, il linguaggio era una forza affascinante e conquistatrice, dal momento che:
- L'essere non esiste, la sua esistenza conduce a contraddizioni logiche.
- Se esistesse, non potremmo conoscerlo, poiché il pensiero è irrealtà, un concetto impensabile.
- Se fosse conosciuto, non sarebbe possibile comunicarlo attraverso le parole, che sono diverse dalle cose.
Queste ragioni portavano a una mancanza di strumenti conoscitivi sufficienti per affermare una verità assoluta, e la persuasione delle parole contribuiva alla credibilità di queste ultime.

Una visione tragica dell’esistenza

Secondo Gorgia l'esistenza è irrazionale e misteriosa, privando gli uomini di libertà e responsabilità, sottomettendoli a forze ignote e incontrollabili. Egli formulò l'Encomio di Elena per sostenere che la sua non colpevolezza nell'aver causato la guerra di Troia derivava da:
1. L'azione di Elena era dettata da un decreto divino e da necessità.
2. Elena subì la pressione della violenza fisica.
3. Elena fu vinta dalla passione amorosa.
4. Elena fu persuasa dalle parole di Paride.
Il punto cruciale per la concezione di Gorgia da Lentini era l'idea che il condizionamento eliminasse la libera scelta e la responsabilità.

Saturday 2 December 2023

I Pluralisti

 I pluralisti

Empedocle

Secondo Empedocle all’inizio di tutto c’era lo sfero, dove erano contenute le quattro radici, ovvero i quattro elementi primordiali. Essi erano eterni, immutabili e identici a se stessi, non mutando se considerati solo in una delle loro parti. Gli elementi verrebbero quindi separati dalle due forze cosmiche, l’amore e l’odio, determinando la creazione e la dissoluzione di tutte lo cose. Tramite queste forze cosmiche si crea un ciclo di disgregazione e di riaggregazione, facendo rappresentare alla vita un momento intermedio tra la tensione di amore e contesa. Secondo Empedocle inoltre le cose sprigionano effluvi, i quali colpiscono i nostri organi sensoriali, e riteneva anche che il male fosse un'irruzione rappresentata da un delitto originario che ha contaminato l'umanità. Questo delitto si associa alle uccisioni degli animali, che Empedocle ritiene nostri consanguinei, dato che l'universo è un unico grande organismo vivente del quale tutti facciamo parte. Egli riteneva anche che il saper fosse una liberazione dagli affanni e dai dolori, causati dalla morte e dall'ignoranza. Ai tempi veniva considerato un mago, ma nonostante questo veniva considerato anche un medico.


Anassagora

Ad Anassagora attribuiamo la teoria dei semi, la quale dice che i semi erano particelle infinitamente divisibili e illimitate che differivano per la qualità, che unite davano vita a tutto ciò che erano visibili. Anassagora pensava che in principio tutte le cose derivassero da una sola (tutto era uno), mentre poi c'era stato un processo di differenziazione e specializzazione che aveva formato elementi e organismi differenti, ma con sempre una base comune. Per giustificare il caos che regnava in principio Anassagora usa il noùs, un'intelligenza che dava movimento a tutto e che era un'energia illimitata e dotata di forza propria, che creò un movimento vorticoso in grado di separare gli elementi. Anassagora mise in evidenza la relazione tra esperienza sensibile e intelligenza, e utilizzò l'esperienza che viene elaborata dal cervello, la memoria per stabilizzare le sensazioni, l'intelligenza e infine la téchne (tecnica), dando vita alla tradizione scientifica occidentale.


Democrito


Democrito affronta il problema con una visione materialistica, dove mutamento e permanenza sono conciliati. Egli diceva che gli elementi fondamentali consistessero in atomi, particelle minime e indivisibili di materia, identiche qualitativamente ma diverse quantitativamente. Questi atomi si univano e separavano, dando origine e fine a tutte le cose. L'atomo, nella concezione di Democrito, poteva essere equiparato all'essere di Parmenide nelle sue caratteristiche di semplicità, indivisibilità, assenza di generazione e eternità, uniformità e immutabilità. In tal modo, Democrito cercava di conciliare l'aspetto immutabile proposto da Parmenide con la molteplicità e il divenire di Eraclito. Democrito vedeva l'essere e il non essere coesistere nel vuoto, con l'atomo considerato impenetrabile e il vuoto come nulla assoluto. Il movimento era attribuito al caso, senza uno scopo predeterminato. La sua visione era meccanicistica, deterministica, materialistica e atea. Sosteneva anche la presenza di infiniti mondi derivanti dalle varie combinazioni degli atomi. Democrito suddivise il metodo scientifico iconoscenza sensibile, elaborazione intellettuale dei dati esperienziali e formulazione di una leggePer il filosofo di Abdera, la conoscenza era oscura e dipendeva dalla percezione sensoriale. Distinguendo tra una conoscenza genuina, basata su qualità oggettive reali, e una più superficiale, basata sulla percezione, affrontò il problema dell'infinita divisibilità della materia proposto da Zenone. Da questo ragionamento, dedusse la necessità di costituenti minimi non ulteriormente divisibili della materia, gli atomi. Sostenne anche che non ci fosse un aumento o una diminuzione complessiva della materia nell'universo.

Pltone: cosmologia e leggi

 Il "Timeo" di Platone descrive l'origine dell'universo, iniziando con il caos e il disordine contrapposti al mondo delle ...